La Paulownia assorbe CO2 fino a dieci volte di più rispetto agli altri alberi. Cresce notevolmente in fretta, in genere arriva a misurare nel primo anno di vita fino a 5 metri di altezza e la sua capacità di assorbire carbonio gli consente, nella piena maturità, di stoccare oltre due tonnellate di CO2. Complice di questa straordinaria crescita e sequestro di anidride carbonica della Paulownia, è la particolare fotosintesi C4 di questo albero.

La fotosintesi clorofilliana è un processo chimico per mezzo del quale le piante verdi e altri organismi producono sostanze organiche a partire dal primo reagente, l’anidride carbonica atmosferica e l’acqua metabolica, in presenza di luce solare, rientrando tra i processi di anabolismo dei carboidrati, del tutto opposta ai processi inversi di catabolismo. Nella Paulownia questo processo avviene con un’ottimizzazione degli elementi che gli conferiscono queste caratteristiche.

L’albero dell’imperatrice in realtà è utilizzando da millenni per via di molte altre caratteristiche ma questo aspetto di albero a maggior assorbimento di CO2 è stato fulcro di molti progetto a partire da oltre un decennio, per via del fatto che la Paulownia è l’albero più indicato per contrastare il cambiamento climatico.

 

Soprattutto in questo particolare periodo storico dove gli elevati quantitativi di anidride carbonica stanno mettendo in crisi gli equilibri terresti, questa pianta che assorbe più CO2 di qualsiasi altro essere vivente vegetale, ha un potenziale davvero elevato. Anche le aziende, cosi come qualsiasi cittadini o agricoltore può bilanciare la propria emissione di CO2 con la Paulownia.

 

 

Ogni azienda che inquina, emettendo CO2, deve compensare con questi crediti. Ovviamente dimostrare di bilanciare la CO2 emessa con le piante di Paulownia, è anche un messaggio ed un feedback positivo nei confronti dei clienti e dei partners aziendali.