L’organizzazione Paulownia Piemonte da anni ormai segue con molta cura i progressi scientifici e più in generale gli studi relativi a questa pianta unica, grazie anche alla rete di professionisti esperti in tutti i campi come medici, professori, dipartimenti universitari e centri di ricerca.
Uno studio del dipartimento di scienze delle piante e la stazione di ricerca agricola statunitense, dimostra come la Paulownia possa costituire anche in ambito medico una grande risorsa.
Sono state analizzate diverse componenti della Paulownia, trovando un’alta presenza di composti polifenolici presenti come metaboliti secondari, i quali hanno un’elevata attività antiossidante.
I radicali liberi sono implicati in diversi disturbi nell’uomo come l’aterosclerosi, il sistema nervoso centrale, emicrania e gastrite.
La Paulownia come anticipato è molto ricca di Flavonoidi, i quali hanno proprietà antiossidanti che possono inibire l’idrolisi e l’ossidazione degli enzimi, prevenire la decomposizione dei perossidi nei radicali liberi, agire nei percorsi anti-infiammatori e minimizzare i danni cellulari.
Gli antiossidanti vegetali sono utilizzati a scopo terapeutico per rafforzare il sistema immunitario, come ad esempio quelli ottenuti dalle specie come basilico (Ocimum spp.), Menta (Mentha spp.), Rosmarino (Rosmarinus officinalis) e lavanda (Lavandula spp.). La ricerca sulle proprietà antiossidanti e sul valore medicinale dei metaboliti secondari nella Paulownia sta guadagnando sempre più importanza e infatti recentemente sono apparse ulteriori pubblicazioni scientifiche.
Nella Paulownia l’elevata quantità di sostanze fenoliche sono distribuite in vari tessuti dell’albero: le foglie contengono acido ursolico e β-Glycoside; i tessuti vascolari contengono d-sesamin (C20H18O6) mentre la Siringina e il Catalpol (glucoside iridoide (n° CAS: 2415-24-9) si presentano negli estratti di corteccia. Mediante l’analisi spettroscopica della la corteccia di Paulowmia spp. sono stati rilevati otto composti fenolici.
L’analisi dei frutti di Paulownia ha indicato la presenza di numerosi composti C-geranil nella frazione di etanolo che esibiva attività antiradicale e citoprotettiva testandolo con successo per guarire topi diabetici indotti da Alloxan .
L’estratto acquoso delle foglie di Paulownia somministrato agli insilati dimostra invece un’elevata attività inibitoria contro i batteri gram-negativi in vitro.
Compresse e iniezioni derivanti dall’estratto delle foglie di Paulownia, frutti o estratti del legno, sono risultati efficaci per bronchiti, in particolare alleviando la tosse e riducendo la secrezione di catarro. Esperimenti farmacologici dimostrano l’utilità di estratti di frutta per alleviare tosse e asma, contribuendo a diminuire la pressione sanguigna.
Foglie fresche e secche di P. elongata e P. fortunei, sono state usate per condurre uno studio comparativo sul potenziale antiossidante del loro estratto. Il reagente colorimetrico Folin-Ciocalteu è stato usato per misurare il contenuto totale di polifenoli (TPP) con acido gallico come a standard. Il contenuto medio di TPP di estratti di foglie fresche era 144,28 mg/g di acido gallico equivalente (GAE) (per P. elongata) e 207,53 mg/g di GAE (P. fortunei) rispettivamente, mentre il contenuto medio di TPP variava da 94,15 mg / g GAE (P. elongata) a 266,74 mg / g GAE (P. fortunei).
Sulla base degli studi accademici degli ultimi anni, sicuramente la Paulownia ha un elevato potenziale in diversi settori per il quale necessita di ulteriori approfondimenti e sviluppi su larga scala, quindi una pianta molto importante non solo nell’arboricoltura da legno, per la quale è maggiormente impiegata avendo una quotazione molto più alta rispetto gli altri legni.